La disfagia è un disturbo, o meglio, una disfunzione dell’apparato digerente che comporta difficoltà a deglutire i cibi e le bevande. Si può avvertire la sensazione di avere del cibo in gola che non scende o, più precisamente, che il boccone (o il sorso) rimanga bloccato nelle vie digestive superiori e non riesca a raggiungere lo stomaco.

Si sa, infatti, che la prima digestione avviene in bocca: nell’atto della masticazione, i denti, aiutati dalla saliva, triturano il cibo solido, fino a dargli la consistenza adatta a consentirgli di essere inghiottito. In questa fase, la lingua si attiva per spostare il cibo verso la parte posteriore della bocca. Da qui il bolo alimentare viene spinto da muscoli involontari nella faringe. Automaticamente, nell’attimo della deglutizione, la laringe si chiude per impedire al cibo o al liquido di transitare nelle vie respiratorie.

Si differenzia, principalmente, in:

  • Disfagia esofagea, che riguarda la difficoltà a far passare il cibo attraverso l’esofago.
  • Disfagia orofaringea, che riguarda la difficoltà nel passare il cibo dalla bocca all’esofago.

Sintomi della disfagia

La disfagia non è facile da diagnosticare in quanto può essere confusa con altre patologie dell’apparato digerente. Se ti sei accorto che non riesci a deglutire correttamente, se quando ingerisci alcuni cibi o dei liquidi avverti un senso di soffocamento alla gola, rivolgiti al tuo medico di base, che saprà valutare la situazione, consigliandoti lo specialista più adatto a intervenire sul problema.

Tra i sintomi più comuni, ricordiamo:

  • Sensazione di soffocamento nell’atto della deglutizione;
  • Cibo in gola che non scende;
  • Perdita di cibo dalla bocca;
  • Boccone o liquido che “va di traverso”, coinvolgendo anche le vie nasali;
  • Rigurgito;
  • Tosse o raucedine;
  • Senso di nodo in gola.

Difficoltà a deglutire: le cause della disfagia

La disfagia è un disturbo che si presenta come conseguenza di un problema nel controllo di quelle parti del corpo coinvolte nel meccanismo della deglutizione soprattutto a seguito di patologie neurologiche, vascolari o a neoplasie del collo.

Le più comuni sono quelle riconducibili a problemi dell’esofago ma può essere causata anche da:

  • Età avanzata (si stima che la percentuale dei problemi di deglutizione, negli anziani, salga dall’8% al 16%). La disfagia negli anziani è più frequente, a causa di:
    - indebolimento dei muscoli e dei nervi coinvolti nella masticazione;
    - difficoltà di masticazione dovuta a perdita o mancanza di alcuni denti;
    - edentulia totale.
  • Ernia iatale da scivolamento;
  • Reflusso gastroesofageo cronico provocato da incontinenza del cardias (il cardias è una valvola posta tra l’esofago e lo stomaco. Se questa “valvola” non funziona a dovere, e cioè non si contrae, questa disfunzione provoca il reflusso gastroesofageo, spingendo cioè il contenuto deglutito dallo stomaco verso l’esofago e non viceversa);
  • Adenoidi ipertrofiche: le adenoidi situate nella parte posteriore della rinofaringe, che collega le fosse nasali con l’orofaringe, ingrossandosi, possono creare problemi di disfagia;
  • Esofagite: infiammazione cronica o acuta dell’esofago, crea spesso difficoltà a deglutire;
  • Ipertiroidismo: l’aumento del volume della tiroide, comprimendo la trachea e l’esofago, può provocare raucedine e disfagia;
  • Spasmo esofageo: può causare difficoltà nella deglutizione di cibi solidi e di liquidi, e rigurgito di materiale non digerito.

Le cause più severe che provocano la disfagia sono:

  • Morbo di Parkinson;
  • SLA;
  • Sclerosi multipla;
  • Traumi cranici o del collo;
  • Ictus o altre patologie del sistema nervoso.

Esistono, poi, anche cause psicosomatiche della disfagia (in questo caso, si parla di disfagia psicogena). Oltre ad avere difficoltà a deglutire, la sensazione è quella di avere un nodo alla gola, ma senza che vi sia una causa “fisica”. In genere, viene diagnosticata dopo che il paziente si è sottoposto a molti esami, tutti con esito negativo. A soffrire maggiormente di questa patologia, sono i pazienti a cui sono stati diagnosticati disturbi legati all’ansia: si parla, in questo caso, di bolo isterico.

Non è raro, però, che questa sensazione venga avvertita anche in soggetti sani, che si trovano ad affrontare periodi di forte stress psicologico.

Vi sono vari gradi di disfagia:

Lieve

Quando questa patologia non presenta sintomi rilevanti, è bene fare un po' di attenzione all'alimentazione. Gli alimenti da evitare sono quelli più difficili da ingoiare, come i cibi secchi e friabili (biscotti o fette biscottate), frutta secca come noci o mandorle, torrone, cibi misti che uniscono solidi e liquidi.

Moderata

A questo stadio si ha difficoltà a ingoiare anche mezzo bicchiere d'acqua e i cibi solidi: in questo caso è consigliabile aggiungere degli addensanti per disfagia alle bevande ed evitare i cibi elencati sopra.

Grave

La disfagia assume una forma di gravità, laddove anche piccole quantità di cibo o di liquido rendono difficile, se non impossibile, la deglutizione. Si può provare a ridurre il tutto a sostanza gelatinosa, ma il consiglio è comunque di rivolgersi a uno specialista in logopedia, foniatria e a un nutrizionista.

Disfagia: alimenti consigliati

Cosa mangiare con disfagia? La cura per questa patologia non può prescindere da una dieta adeguata, che ne allevi i disturbi.

Se si tratta di disfagia ai liquidi (Disfagia Paradossa), occorre utilizzare sostanze addensanti sia per bevande calde e sia per quelle fredde. È consigliabile aggiungere a brodi, minestre o semplici bevande, addensanti come verdura passata, crema di riso o semolino. Nei succhi, invece, si può aggiungere della frutta frullata. Un nutrizionista, ad ogni modo, saprà consigliare i cibi più adeguati.

Se, al contrario, si tratta di disfagia solo per i solidi (Disfagia Ortodossa), sono da preferire quei cibi che hanno consistenza morbida, come vellutate di verdura, purè di patate, semolino, crema di riso, passati di cereali, budini, yogurt senza pezzi di frutta aggiunti. Si possono, inoltre, mangiare polpette morbide di carne tritata, pesce, formaggi morbidi, ricotta e uova.

Esistono, altresì, particolari sostanze che contengono tutti gli elementi nutritivi e che possono essere deglutiti più facilmente. Andremo, successivamente a suggerire alcuni di questi prodotti.

Cibi da evitare in caso di disfagia

I cibi che possono creare problemi di deglutizione e che sono, quindi, assolutamente da evitare sono: 

  • quelli troppo secchi e friabili come i biscotti, i dolci, le fette biscottate, il pane;
  • quelli che si attaccano al palato, come gli gnocchi;
  • quelli con la doppia consistenza solida/liquida, come la pastina in brodo, il minestrone con pezzi di verdura, lo yogurt con la frutta a pezzi;
  • la frutta secca;
  • la pasta in piccoli formati, il riso e i legumi;
  • la frutta e la verdura fibrosa e filamentosa, come i carciofi, i finocchi, l'uva;
  • quelli speziati, che potrebbero favorire la tosse; 
  • cacao, cannella, zenzero, curcuma in polvere. 

Immagine riepilogativa degli alimenti da evitare in caso di disfagia

Consigli utili in caso di disfagia

Oltre all'alimentazione, non dimentichiamo la postura. Anche alcuni accorgimenti sul modo corretto di stare a tavola possono aiutare.

La posizione che si assume durante i pasti dovrebbe essere per lo più eretta, ma con il mento abbassato sul petto durante la deglutizione.

  • Masticare lentamente ogni boccone, che deve essere tagliato piccolo.
  • Deglutire a vuoto tra un boccone e un altro.
  • Mantenere una corretta igiene orale, evitando che residui di cibo possano successivamente con la saliva ostruire la gola.

Rimedi per disfagia

Stabilita qual è la causa della disfagia, lo specialista che si è occupato della diagnosi provvederà a indicare i rimedi più efficaci per intervenire sull’origine del problema e favorire la deglutizione. Di seguito, segnaliamo i rimedi più frequentemente suggeriti, per disfagie di diversa natura.

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